Lisbona, capitale della Medicina Aerospaziale
Nell’ambito delle attività extracurriculari e con particolare riferimento a quelle riguardanti aspetti di carattere sanitario, un ristretto nucleo di frequentatori del Corpo Sanitario (CSArn) appartenenti l’Unità Addestrativa Prometheus, unitamente al Flight Surgeon dell’Accademia Aeronautica (i.e. medico di Stormo) hanno recentemente partecipato alla seconda edizione dell’ICAM (International Conference of Aerospace Medicine).
Le tematiche trattate hanno riguardato studi, scoperte ed esperimenti d’avanguardia condotti negli ultimi anni nel campo della Medicina Aerospaziale.
Le conferenze dell’evento, erogate in lingua inglese, hanno avuto come cornice l’Universidade de Lisboa, uno dei più importanti centri formativi e culturali del Portogallo ed hanno visto succedersi medici, personale sanitario, ingegneri, astronauti provenienti da tutto il mondo per condividere la propria esperienza e le evidenze degli specifici studi del settore. Di particolare rilievo, la prolusione del Dr. Duncan Hughes, direttore medico della Virgin Galactic, in cui collabora con un’équipe multidisciplinare di tecnici e scienziati per estendere l’accesso allo Spazio a voli commerciali aperti a passeggeri che non saranno quindi degli astronauti scelti e formati per vivere in condizioni di microgravità o assenza della stessa anche per lunghi periodi, bensì cittadini con una prevalenza di malattie internistiche assolutamente pari a quelle della popolazione generale, ovvero “una clientela più simile a quella che si troverebbe in una sala di attesa di una clinica di Medicina Interna che l’esito del processo di selezione di astronauti professionisti”, per citare le parole dell’oratore.
Vari esperti hanno poi esposto i propri studi comparativi sulle principali condizioni patologiche (sia preesistenti che insorte ex novo) di vari distretti corporei da attenzionare in occasione di voli spaziali commerciali, analizzando migliaia di articoli già presenti in letteratura sull’argomento. Lo scopo di queste metanalisi è stato mettere in luce le problematiche di salute più ricorrenti nei vari apparati per stabilire le misure mediche preventive da adottare per i futuri passeggeri spaziali. Ad esempio, le patologie d’interesse neuroftalmologico evidenziate dalle ricerche sono state soprattutto la Spaceflight-Associated Neuro-Ocular Syndrome, ovvero una serie di anomalie oculari e neurologiche causate dall’incremento della pressione intracranica e conseguenti all’assenza di gravità, di comune riscontro tra gli astronauti, nonché alcune malattie neurodegenerative e disordini del movimento.
Gli studi sull’apparato cardiovascolare hanno invece messo l’accento su cardiopatie congenite e aritmie come condizioni pre-volo, dislipidemia (anomalie nella concentrazione di trigliceridi e colesterolo nel sangue) e ipotensione ortostatica (calo pressorio nel passaggio dalla posizione distesa a quella seduta) nel post. Lo stesso procedimento è stato esteso al campo della pneumologia, dell’otorinolaringoiatria e dell’odontoiatria.
Il secondo giorno di conferenze ha toccato temi specificamente di Medicina Spaziale ovvero incentrati sulla salute. Sono stati discussi gli effetti della microgravità sulla fisiologia umana, le sfide psicologiche e le misure mediche necessarie per salvaguardare lo stato di salute degli astronauti.
In questo contesto João Lousada, flight director per il laboratorio scientifico europeo “Columbus”, parte integrante della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), ha condiviso la propria esperienza nella simulazione di missioni di esplorazione umana e robotica su Marte. Insieme a un equipaggio altamente qualificato, l’ingegnere aerospaziale viaggia, infatti, in aree sulla Terra selezionate in base alle loro somiglianze geologiche e topografiche con Marte, dal ghiacciaio Kaunertal ai deserti dell’Oman, al fine di condurvi esperimenti utili per future spedizioni sul “Pianeta Rosso”. L’ultima di queste si è svolta nel deserto del Negev, in cui Lousada ha passato quattro settimane con il proprio team, simulando una futura spedizione.
Il focus si è poi incentrato su applicazioni mediche dai risvolti diretti, quali la chirurgia spaziale e la telemedicina. Il workshop si è concluso con uno sguardo al futuro di tali settori, evidenziandone sfide future, prossime ricerche e tecnologie da innovare.
Un’ulteriore conferenza, il cosiddetto “Simposio Militare”, si è concentrata sulle tecnologie aeronautiche che hanno maggiormente influito sul workload e sulle responsabilità dei piloti esul conseguente impatto che si riverbera verso il flight surgeon. Nello specifico, si è evidenziato come dal 1980 a oggi le tecnologie aeronautiche abbiano visto una crescita nell’automazione dei sistemi di bordo, correlati a una ridistribuzione dei compiti tra i membri dell’equipaggio e l’acquisizione, per il pilota, di nuove skills nella gestione tattica di un conflitto aereo, grazie al maggior affidamento su aeromobili a pilotaggio remoto (Unmanned Air System). Al contrario, addestramento e responsabilità del flight surgeon sono risultati molto meno modificati. È necessario, pertanto, che la medicina aerospaziale evolva nel prossimo decennio di pari passo con le innovazioni che caratterizzeranno la tecnologia aeronautica.
L’evento si è chiuso con una lecture riguardo i fattori umani specifici, come l’affaticamento, di cui un chiaro esempio è quello applicabile ai controllori del traffico aereo che patiscono a causa di turni prolungati, disturbi del sonno, che a loro volta si riverberano sulla qualità del servizio e a cascata sulla sicurezza del traffico aereo che hanno in gestione. Lo studio osservazionale dell’accumulo di fatigue combinato con la scarsa qualità del sonno ha preso in esame l’analisi dei ritmi circadiani e le secrezioni ormonali evidenziando come le stesse siano in relazione alle turnazioni sostenute.
Come tanti altri studi condotti ed esposti, anche questo suggerisce uno spunto di riflessione per garantire un ambiente professionale sempre meno stressante e più sicuro, tanto per il personale in volo che quello di terra. Le numerose attività formative erogate ai partecipanti alla seconda edizione dell’ICAM portoghese ha rappresentato un prezioso tassello nella formazione professionale dei frequentatori del Corpo Sanitario che rientrati in Accademia hanno avuto l’occasione per condividere con amici e colleghi la preziosa esperienza e continuare gli studi con un grado di consapevolezza maggiore nell’ottica dell’esplorazione Aerospaziale.
S.Ten. JOUDIOUX Celine
S.Ten. COLAPIETRA Micol