“ABISSI DI POLVERE E LUCE”

 MOSTRA ASTROFOTOGRAFICA IN ACCADEMIA AERONAUTICA

A ridosso delle passate festività natalizie presso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, è andata in onda una suggestiva mostra astrofotografica dal nome “Abissi di Polvere e Luce”. L’evento ha regalato ai presenti un’esperienza unica, permettendo di curiosare fra i misteri dell’universo!

L’evento, organizzato dall’ Unità Addestrativa ASTRA e in collaborazione con l’Aspirante Francesco Ianniello del corso Drago VI, curatore della mostra e referente nel tempo libero del settore di astrofotografia della sezione di Caserta dell’Associazione Arma Aeronautica, ha visto la partecipazione di molti frequentatori e del Direttore degli Studi dell’Accademia.

La serata si è aperta con la mostra astrofotografica cui è seguita una conferenza sui concetti base della fotografia astronomica, nonché sulle tecniche e strumentazioni relative alle diverse tipologie di corpi celesti visibili solo attraverso l’utilizzo di una sensoristica digitale dedicata.

Il curatore dell’evento, appassionato di Astronomia e Astrofotografia, ha raccontato come sia necessario muoversi sul territorio nazionale, individuando di volta in volta il sito più idoneo per catturare il debole segnale di oggetti del profondo cielo quali Nebulose, Galassie, Ammassi e Comete con strumentazioni complesse seppure di carattere amatoriale. L’Aspirante ha spiegato come siano indispensabili molte ore di esposizione, con scatti di lunga durata e intere nottate di osservazioni del singolo astro al fine di catturare quanti più fotoni possibili. Immortalare il “Deep Sky”, presenta non poche difficoltà, basti pensare che ci sono corpi celesti che si trovano a migliaia di anni luce da noi (1 anno luce= 9 mila 500 miliardi di km).

Per ottenere una migliore resa del risultato fotografico bisogna operare una scelta oculata, della location, della tecnica realizzativa e del tipo di filtro da utilizzare. Le Nebulose a Riflessione e quelle Oscure sono osservabili in tutto lo spettro elettromagnetico, prescindendo da lunghezze d’onda particolari. L’astrofotografo quindi per questi oggetti ha preferito non utilizzare filtri ma piuttosto spostarsi in luoghi di osservazione molto bui, in alta quota e lontano dall’inquinamento luminoso. Al contrario, le Nebulose ad Emissione e Planetarie che hanno dei picchi di emissione ben precisi, come ad esempio Idrogeno (h-alfa_656nm)[1], Ossigeno (OIII_500nm)[2] e Zolfo (SII_672)[3] possono essere immolate anche nei pressi di un cielo suburbano ma, avendo l’accortezza di usare filtri a banda stretta/interdifferenziali per ottenere risultati soddisfacenti. Tali filtri hanno in tali emissioni un’ottima trasparenza (~90%) e riescono a tagliare fuori completamente l’inquinamento luminoso tipico dell’illuminazione stradale e di altre sorgenti non richieste.

Sono poi stati illustrati lavori relativi a osservazioni diurne di foto-meteore e fenomeni transienti in atmosfera come Bolidi, Meteore e Sprites. In particolare, sono state presentate le immagini e i video di questi fenomeni catturati con una postazione fissa automatizzata e i cui prodotti sono poi stati elaborati dall’autore degli scatti con un software dedicato.

I bolidi, talvolta noti come “stelle cadenti molto luminose”, sono composti da granelli di roccia che attratti dalla forza di gravità della Terra, precipitano verso di essa bruciando in atmosfera. I loro colori indicano i minerali del corpo e dell’atmosfera in quell’esatto momento e variano dal rosso (ossigeno) al blu-celeste (magnesio). Inoltre, possono presentare anche un’esplosione denominata “flare”.

Nell’agenda di ASTRA sono in programma altri eventi come quello descritto, in cui l’illustrazione di contenuti antecedentemente collezionati sarà accompagnata da un evento live di raccolta di scatti e diapositive della volta celeste, illustrate in real time su di un mega schermo.

ASP. IANNIELLO

S.TEN. GRIPSHI


[1] Idrogeno (H-alfa_656nm): Linea spettrale dell’idrogeno a 656 nm, visibile come luce rossa, comune nelle nebulose ad emissione.

[2] Ossigeno (OIII_500nm): Emissione dell’ossigeno due volte ionizzato (O²⁺) a 500 nm, di colore verde-azzurro, tipica di nebulose planetarie.

[3] Zolfo (SII_672nm): Linea spettrale dello zolfo una volta ionizzato (S⁺) a 672 nm, visibile nel rosso, utile per analizzare strutture delle nebulose.